IT18CR30

AS (2018) CR 30
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2018

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(Quarta parte)

ATTI

Della trentesima seduta

Marted́ 09 ottobre 2018, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Roger ZAVOLI (San Marino, FDG / GDL)
(Doc. 14621)

Grazie Presidente.

Ringrazio anche la relatrice Petra DE SUTTER per il lavoro svolto che oggi discutiamo.

È innegabile che l’Assemblea parlamentare abbia la necessità di rafforzarsi alla luce di un momento storico fragile per la tenuta stessa dei principi cardine sui quali si fonda il Consiglio d’Europa. Questo rapporto è certamente un passo nella giusta direzione. Per esempio, ha fornito un fondamentale chiarimento appurando che una delegazione non può essere privata del diritto a votare per le figure apicali dell’organizzazione.

Mi trovo d’accordo quando la relatrice, la collega DE SUTTER, scrive: “La revisione delle regole e delle procedure è giustificata solo quando contribuisce a rendere l’Assemblea più solida, al fine di meglio difendere i valori fondamentali della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani.” Tuttavia, rimango perplesso quando si indica che occorre almeno un sesto dei membri dell’Assemblea appartenenti ad almeno cinque delegazioni nazionali per contestare le credenziali di una delegazione nazionale, e mi sembra un numero troppo esiguo rispetto al numero totale delle delegazioni nazionali e quindi potrebbe essere utilizzato al limite dei parametri definiti nel regolamento, in modo strumentale se non anche distorsivo.

Quindi chiedo alla collega un eventuale chiarimento in merito.

Sono convinto e sostengo l’idea che l’Assemblea parlamentare non debba diventare un luogo per battaglie politiche e strumentali e che non si debba usare impropriamente il regolamento della stessa Assemblea per saldare conti tra fazioni diverse. Questo non si può e non si deve permettere. Oggi non ci troviamo a dibattere solamente del regolamento dell’Assemblea parlamentare e di uno Stato o l’altro Stato, ma del futuro dell’organizzazione e soprattutto dei cittadini che tutela. A tal proposito credo che non giovi a nessuno screditare il lavoro dei funzionari di questa organizzazione e accusare gli esperti legali di essere parziali. Dovremmo piuttosto, in questa sede, favorire il dialogo sia tra gli organi statutari che tra le parti.

Voglio comunque, e concludo, sottolineare la necessità di approfondire le modalità per rivedere le credenziali delle delegazioni nazionali per meglio garantire e difendere i valori e i principi fondamentali del Consiglio d’Europa, nonché il rispetto delle obbligazioni assunte secondo lo statuto. Tuttavia, rimane la necessità di garantire che la contestazione non avvenga per motivi strumentali ma oggettivi.

Grazie.

Marco GATTI (San Marino, EPP/CD / PPE/DC)
(Doc. 14621)

Grazie Presidente.

Ringrazio altresì la collega DE SUTTER che con il suo rapporto ci permette di intervenire sulle proposte formulate nell’ambito della commissione ad hoc dell’Ufficio di Presidenza sul ruolo dell’Assemblea parlamentare. Nel merito, quale delegazione nazionale di San Marino, abbiamo già formalmente elaborato alcune considerazioni che mi accingo a sintetizzare brevemente per rispettare i tempi d’intervento imposti. Abbiamo ribadito la nostra contrarietà a una riduzione del numero dei membri di delegazione. Per i micro Stati, come la Repubblica di San Marino, una riduzione del numero dei membri della delegazione impedirebbe di partecipare in modo adeguato ai lavori. Già oggi, disponendo di soli 4 membri, tra effettivi e supplenti, non è per noi possibile partecipare ai lavori delle sei commissioni, costringendoci di volta in volta ad operare delle scelte.

La partecipazione degli Stati al Consiglio d’Europa ha senso se agli stessi è riconosciuta la dignità di potervi partecipare pienamente. Per conseguire un contenimento dei costi senza pregiudicare i lavori delle delegazioni abbiamo individuato la riduzione di una giornata della sessione plenaria, anche in ragione di un contestato calo di presenze dei delegati nelle giornate di venerdì, mentre per sensibilizzare alla partecipazione si potrebbe verificare l’introduzione della maggioranza qualificata per alcune decisioni su temi rilevanti da individuare.

Siamo molto perplessi rispetto alla modifica per la quale un sesto dei membri dell’Assemblea appartenenti ad almeno cinque delegazioni nazionali possano contestare le credenziali di una delegazione nazionale. Ci sembra un numero esiguo rispetto al numero totale delle delegazioni nazionali e potrebbe prestarsi a un uso distorsivo. Nonostante la collega DE SUTTER abbia ribadito nel documento che il regolamento dell’Assemblea non dovrebbe essere usato come mezzo per un fine, una procedura non dovrebbe essere cambiata nel tentativo di risolvere un problema puramente politico, la sensazione è che la problematica della partecipazione all’Assemblea parlamentare della Federazione russa continui a influenzare le possibili soluzioni in ragione dei diversi obiettivi che si vogliono perseguire.

Purtroppo, a nostro avviso, il dialogo tra Stati, che deve essere la base dei valori e delle azioni, è in forte difficoltà e purtroppo a subirne le conseguenze non sono tanto gli Stati quanto i cittadini che non hanno più accesso a strumenti di salvaguardia dei propri diritti umani. Infatti, se si interrompe il dialogo tra Assemblea parlamentare e uno Stato, i cittadini di quello Stato non possono più accedere alla Corte dei diritti, pur essendo coloro che hanno maggior bisogno di tutele internazionali. Quindi come garantire l’attuazione negli Stati delle risoluzioni dell’APCE è sicuramente un tema cui trovare soluzione ma la soluzione non può essere a danno della tutela dei diritti della persona umana.

Grazie.