IT18CR35

AS (2018) CR 35
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2018

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(Quarta parte)

ATTI

Della trentacinquesima seduta

Giouvedì 11 ottobre 2018, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Vanessa D’AMBROSIO (San Marino, SOC / SOC)
(Doc. 14626, 14606 e 14630)

Grazie Presidente,

Ringrazio le Colleghe per il lavoro che hanno svolto e portato avanti.

Spesso in questa Assemblea abbiamo affrontato i temi legati al riconoscimento e alla tutela dei diritti dei minori perché siamo ben consci che, in particolare nei momenti di difficoltà sociale e di crisi, i diritti di donne e bambini sono quelli più a rischio. Penso a quando abbiamo discusso sulla necessità di attivare una rete sociale per impedire che i minori migranti vengano assorbiti nel mondo dell’illegalità, in cui diventano fantasmi e vittime. Ricordo anche quando, non più tardi del giugno di quest’anno, abbiamo discusso delle necessità per i minori di crescere in un ambiente familiare legandolo al tema dell’allontanamento disposto dai servizi sociali dallo stesso e dai propri genitori o, ultimo ma non per importanza, quando abbiamo trattato dei matrimoni coatti.

Oggi le relazioni pongono l’accento sulla tratta dei minori, gli ancori non sufficienti standard e facilità per il ricongiungimento del minore alla propria famiglia e la necessità e opportunità di coinvolgere le donne migranti nei processi di integrazione. Il livello del dibattito politico in molti paesi membri del Consiglio d’Europa connesso con i temi di oggi, discriminazione e razzismo, più o meno latente, preoccupa e ci coinvolge direttamente. Come viene ricordato, gli Stati membri si sono impegnati a proteggere il diritto alla vita familiare ai sensi dell’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, diritto che deve essere universalmente applicato, anche quando si tratta dei migranti.

La relazione della Collega SANDBÆK invita tutti gli Stati membri a sviluppare e rispettare le linee guida comuni per l’attivazione del diritto al ricongiungimento familiare, ricordando che gli impedimenti alla protezione della vita familiare non sono ammissibili. Come ricordavo in apertura di questo mio breve intervento, minori e donne sono la parte più vulnerabile in situazione di crisi, ma sono anche un importantissimo punto di partenza per le politiche di integrazione. Ed è da questa prospettiva che la Collega HEINRICH sviluppa la sua relazione: l’opportunità di integrazione.

Le donne sono infatti attori chiave per l’integrazione. Le donne possono svolgere questo ruolo promuovendo l’integrazione delle loro famiglie e della loro cerchia sociale sostenendo l’educazione dei figli, condividendo le tradizioni con loro e partecipando alla società del paese ospitante.

Mi trovo completamente d’accordo quando si dice che la progettazione, l’attuazione, la valutazione e il follow-up di tutte le politiche di integrazione per i migranti e i rifugiati dovrebbero essere attenti alle questioni di questo genere.

Ringrazio profondamente le due relatrici per il lavoro svolto e confermo il mio pieno sostegno alle risoluzioni.

Grazie.